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L’identità attraverso la moda
“Gli abiti sono inevitabili. Essi non sono altro che la struttura della nostra mente resa visibile”
Cit. J. Laver
La nostra identità è espressa al mondo attraverso ciò che indossiamo.
Le tre profonde motivazioni che stanno alla base della necessità di abbigliarsi sono: decorazione, pudore e protezione. Vi sorprenderà sapere che la principale, quella per cui l’uomo primitivo ha iniziato ad usare elementi da mettere sul corpo è la decorazione. Pensate alle tribù più primitive, erano privi di indumenti ma non di decorazioni e ornamenti. Come distinguere un capo tribù dal resto della gente del villaggio? Perché indossavano ornamenti più decorativi, grandi, colorati o preziosi. Ciò serviva a identificare il suo ruolo all’interno del clan.
L’abbellimento del corpo fu la prima funzione dell’abbigliamento.
Facendo una trasposizione ai giorni nostri, potremmo dire che quello che indossiamo ci identifica come appartenenti ad una certa classe sociale, ad uno stile di vita, ad una professione. Identifica il nostro modo di essere.
“Il principio generale è quello che a un più elevato rango corrisponde un più elaborato e costoso ornamento” (J.C.Fluegel Psicologia dell’abbigliamento). Non è quello che cerchiamo di esprimere quando indossiamo un capo o un accessorio costoso o di un importante ed esclusivo brand? Cerchiamo di comunicare agli altri il nostro status di appartenenza o quello a cui desideriamo appartenere. Comunque, comunichiamo qualcosa di noi.
“Qualcuno crede che la moda sia l’effimero, il superfluo, l’apparenza. Io ritengo che sia uno strumento stupendo per dare voce alla psiche: abiti e accessori sono il link tra gli strati più profondi del sé e l’immagine esterna” (P. Pizza Abiti e tacchi. Il potere della moda)
Possiamo quindi smettere di porci l’annosa domanda se è meglio essere o apparire: sono la stessa cosa. Io sono quel che appaio, la nostra immagine riproduce che siamo.
Ma a questo punto la domanda potrebbe essere un’altra: Ne siamo consapevoli? Siamo consapevoli che ogni capo o accessorio che mettiamo sul nostro corpo ha un suo linguaggio e quindi parla e racconta di noi? Siamo persone attente? Affidabili? Creative? Professionali? Forti? Spiriti liberi? Trascurate? E potrei continuare con tanto altro ancora. Chi ci osserva si fa un’idea di noi, relazionandosi di conseguenza.
Mi sembra già di sentire alcuni dei vostri commenti: “Non m’importa cosa pensano gli altri di me” oppure “Io indosso quello che mi capita”. Facciamo un esempio: quando incontrate qualcuno, quando siete con degli amici oppure al lavoro e raccontate di voi, non cercate di esprimere dei concetti che vi rappresentino? Oppure usate frasi slegate, parole a caso (le prime che vi capitano), discorsi senza coerenza? E’ quello che accade quando la nostra immagine non è coerente con il nostro essere.
Qualche mese fa una mia cliente mi chiese consiglio su come vestire nel suo contesto lavorativo. Commercialista con tanto di laurea e master, non si sentiva presa sul serio e trattata sempre come una praticante. Le chiesi di fare delle foto ai suoi outfit prima di andare in ufficio e inviarmele. Ho compreso il perché dell’atteggiamento dei colleghi. Il suo outfit era costantemente formato da jeans, pullover mediamente oversize, sciarpone, sneakers. Facendoglielo notare, mi rispose che trascorrendo gran parte della giornata in ufficio, desidera sentirsi comoda.
Abbiamo rivisto gli outfit, abbinando la comodità ad un’immagine professionale, affidabile e competente. Il risultato è stato notevole, innanzi tutto in termini di autostima e di conseguenza maggiore stima e considerazione dei colleghi.
Ogni colore, la forma di quello che indossiamo, l’acconciatura che sfoggiamo, il make up sono parole che possono creare un discorso che abbia un senso o rimanere parole slegate. Possono rappresentarci per quello che siamo o, peggio, agire da distruttore d’immagine.
“Ogni giorno quando selezioniamo dall’armadio l’abito adatto all’ufficio, all’aperitivo, alla cena nel locale di tendenza, all’evento mondano, decidiamo che vogliamo essere e quale immagine vogliamo dare di noi. Se dal guardaroba selezioniamo abiti, scarpe, accessori dal nostro “armadio mentale” scegliamo l’identità.” ( P. Pizza Abiti e tacchi. Il potere della moda)
Ma tutto questo vuol dire che deve essere qualcun altro a decidere cosa dobbiamo indossare? Il nostro guardaroba deve essere frutto di scelte subite?
Assolutamente no! Deve essere frutto di scelte consapevoli e di un linguaggio acquisito.
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